Il mate prende il nome dalle foglie dell’erba Mate, yerba mate, diffusa in Sud America e utilizzata per la sua preparazione. Questa bevanda è originaria della Cordigliera delle Ande, dove si consuma ancora quotidianamente. Grazie al supporto indispensabile di Anna Stratigò, una fonte inesauribile di conoscenza di tradizioni della comunità Arbëreshë Calabria sono andata a Lungro, un piccolo comune in provincia di Cosenza. Lungro è la capitale del Mate. Oggi, grazie al contributo enorme che Anna offre alle tradizioni del suo paese, il rito del Mate, Rriti Matit, sta acquisendo notorietà. Nel 2012 Anna ha scritto una canzone sul rito del Mate (in albanese e castigliano) e a partire da allora tutti hanno scoperto che a Lungro è viva questa tradizione. Anche in Argentina hanno scoperto che in Calabria c’è un paese dove si consuma il mate. Il mate è una bevanda argentina che è approdata a Lungro alla fine dell’800, quando i lungresi emigrati in Argentina, mandavano ai loro familiari la Yerba mate, la cosa più preziosa ed esotica che trovavano. I lungresi hanno un grande senso di socializzazione, pertanto tutte le attività socializzanti attecchiscono senza alcuna difficoltà, quindi un rito come quello del mate, altamente conviviale, non poteva non entrare nelle tradizioni locali. Ed è da allora che la bevanda è entrata a far parte della quotidianità delle famiglie, sostituendo in molti casi il nostro caffè. Ero molto curiosa di documentare un momento cosi familiare e sociale e Anna mi ha fatto conoscere la signora Vincenzina, 92 anni, e sua figlia Irene. Vincenzina mi ha preparato un ottimo mate. Il processo è il seguente: si mette a bruciare un carboncino ardente con un po’ di zucchero e la buccia d’arancia essiccata (si tiene sempre pronta per poterla utilizzare) all’interno del kungulo, ovvero l’apposito recipiente che viene realizzato con un ortaggio appartenente alla famiglia della zucca; In Argentina, il Mate è proprio il contenitore in cui si sorseggia la bevanda (prodotta con la Yerba mate), mentre a Lungro è stato dato un nome arbereshe al contenitore. Dopo aver versato lo zucchero e la buccia d’arancia, si riempie di yerba mate essiccata e acqua calda. L’acqua va versata sempre nello stesso punto per inumidire solo una parte delle foglie e lasciarne asciutta un’altra; nel punto in cui si versa l’acqua si inserisce la cannuccia. Dopodiché si può iniziare a bere finchè non sarà terminata completamente la propria dose (cioè quando si inizia sentire il risucchio) e dare nuovamente il contenitore alla “Matara” che preparerà la bevanda per l’ospite successivo; si può continuare ad aggiungere acqua e far circolare il mate stando anche ore e ore davanti al fuoco.